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LE TARSIE DI STOFFA

di Vittorio Sgarbi


Si era applicato Franco Gentilini in una serie memorabile di chiese e di cattedrali trasfigurate in una visione onirica, preziose come mosaici.

Ma nessuno aveva prima d’ora tentato un inventario , tanto fitto da apparire esaustivo, delle più belle facciate delle chiese italiane. Un viaggio d’Italia alla ricerca di preziose invenzioni, affini nelle tipologie anche se infinitamente varie nella composizione.

Questa varietà sta particolarmente a cuore a Gisella Giovenco che ha privilegiato il pittoresco, cercando di restituire i colori della pietra nella luce di un’eterna giornata di sole.

Perché questo luminoso intendimento fosse ancor più evidente la Giovenco ha tradotto la pittura in una sorta di arazzo o di patchwork, trasferendo la pietra in una tessitura di stoffe.

Così davanti a noi chiese di Liguria, di Toscana, di ogni contrada d’Italia mostrano un volto domestico inconsueto, policromo e dorato.

Rivivono San Fruttuoso, San Bernardino a L’Aquila, la Certosa di Pavia, Santa Maria del Fiore di Firenze, il Duomo di Milano, San Francesco d’Assisi, la Basilica di San Marco a Venezia.

Tra le altre splende , con un rosso corallo dominante, la violata Santa Maria di Collemaggio.

Poi vediamo le chiese di Lucca: San Michele, San Martino. E ancora San Zaccaria a Venezia, San Ciriaco ad Ancona, San Lorenzo a Genova, in un percorso inesausto e armoniosamente documentato.

Gisella Giovenco sente l’architettura come armonia di forma e colore.

In Santissima Trinità di Saccargia accentua il rosso del portone di legno per restituire più verità alle pietre nella loro dominante grigio-verde.

Il colore accentua le forme, scaldando il virtuosismo così affine a quello delle tarsie lignee: Un’ossessione, un esercizio fine a se stesso nella estensione dei principi della prospettiva.

L’obiettivo della giovenco è riportare la profondità in superficie, con metodo ed effetti imprevisti: è una disciplina costante e metodica come la recita i un rosario, di una serie di preghiere.

Ogni chiesa appare come uno scrigno che non nasconde, ma svela i suoi segreti. L’artista è come un sacerdote che officia ovunque con una fede costante e incrollabile: le chiese sono le sue preghiere, il suo omaggio alla potenza e alla grandezza di Dio. Occorre trovare il modo migliore per esprimere la propria reverenza e ammirazione nella maestà del Signore.

La Giovenco non poteva limitarsi a dipingere; ha voluto indicare una strada soltanto sua, di grande poesia e passione per una ricerca inesausta, dominata dal rigore e dalla pazienza.

Difficile, nell’originalità dell’impresa, non riconoscere l’ambizione di un opus magnum, di un’unità nella varietà con l’obiettivo di innalzare una lode al Signore, compiacendosi della Sua gloria. Per questo la pittura lascia spazio a una ricerca nuova, con una tecnica che non solo la riproduce, ma che impone una pazienza e un gusto che hanno in sé qualcosa di musicale;

Pittura, architettura, musica: a questa sintesi mancava solo la parola:

L’ha trovata ora.


Sottili striature di colore che definiscono microparticelle di cielo, di pareti murarie, di mare, vanno lentamente, e ordinatamente, a comporre l’unità del dipinto attraverso l’armonica strutturazione del materiale tecnico costituito da migliaia di variopinte striscioline di seta….

Non sempre l’autrice ha lavorato con stoffe seriche: nei precedenti decenni Gisella Giovenco ha dipinto ad olio realizzando opere comunque basate sulla luce e sugli effetti di questa sulle architetture rendendole lievitanti  e cristalline ed ambientandole in spazi lumescenti di qualità mediterranea. Sotto il segno di una  essenzialità forte, vicino quasi alla chiara geometrizzazione di uno storico Carrà

Oggi  l’artista si abbandona più a preziosità cromatiche, all’incessante ricerca di minuzie del particolare, pur non abbandonando mai una compatta strutturazione dell’oggetto formale….   

Un vedere che sembra trasferire il contingente nella sfera atemporale del sacro e dello spirituale. Concorre a questo scopo lo sfondo oro dei dipinti: uno spazio che ribalta il reale nell’incorruttibilità della luce solidificata. In alchimia, oro come essenza del cielo e forma  di immortalità assunta dalla divinità.


Miriam Cristaldi

2005








“Suoni e colori”  Galleria Cortina Milano  1981


…Le tonalità sono tutte tenute su valori chiareggianti, puliti, lo stile è nella linearità di case, di muri, nelle sagomazioni di piani geometrici, in qualche soggetto sfaccettati, sulle quali composizioni gioca sempre la luce …


Mario Portalupi

1981



… Questa è la pittura della luce e, fino a un certo punto, della gioia. E’ la pittura fel colore puro, senza trucchi, senza sotterfugi: le architetture sono merletti e le nuvole spugne bagnate nell’azzurro.


Ignazio Mormino

1981



Trovata intelligente, in linea con la civiltà degli audiovisivi nella quale stiamo entrando o siamo già entrati.


Luigi Comencini

1981


L’accoppiare una pittura ad un brano musicale scritto appositamente è un’idea certamente positiva che serve a far comprendere più profondamente il messaggio artistico.

Mi sembra soprattutto che questa formula sia di notevole efficacia per il fatto che lo spettatore viene completamente isolato non solo dall’ambiente che lo circonda, ma anche dalle sue stesse preoccupazioni personali, in favore di una maggiore concentrazione che acuisce la comprensione dell’immagine.


Alberto Lattuada

1981


Quando l’amico Tito Fontana mi ha chiamato per avere un mio giudizio su questo insolito scambio musica/ pittura, non pensavo che avrei provato tanta invidia per la fortuna che sia il musicista che la pittrice Gisella Giovenco hanno avuto nell’incontrarsi. La vita non è altro che l’arte dell’incontro, diceva Vinicius de Moraes. E se la musica da sempre non è che un’emozione, la pittura delicata e intensa di sottintesa poesia della Giovenco è tutta una vibrazione di colori che si fanno armonia. Il matrimonio è perfetto.


Bruno Lauzi

1981


Proprio in questo periodo sto studiando a fondo i rapporti tra immagine e suono, rapporti che sono oggetto di una ricerca da parte del Centro sperimentale di Cinematografia, del Consiglio Nazionale delle ricerche di Santa Cecilia e di altre istituzioni. Tutto ciò che contribuisce a sviluppare questo discorso dialettico tra l’immagine e i suoni mi interessa particolarmente.

A livello della percezione è noto che esiste una profonda unità tra i sensi e, in un momento di crisi di tutte le arti come quello attuale, può costituire un richiamo a una più cosciente unità tra le forme espressive. In questo senso, l’esperimento al quale ho assistito, mi tocca in modo particolare e trovo che in questa direzione bisognerebbe lavorare ulteriormente.


Carlo Lizzani

1981








Galleria La Polena  -   Forte dei Marmi


… Ho visto i quadri di Gisella Giovenco appoggiati al muro di una galleria… Erano paesi addormentati su rive di mari sconosciuti con le case bianche ancora calde del sole dell’estate.

Paesi antichi spazzati dal vento e puliti nel disegno e nei colori come le case dei pescatori.

Ci vuol poco a capire che l’artista ha un’anima pura come quella dei bimbi…..

A me di Gisella giovenco interessa soltanto quell’anima pulita che ho visto nei suoi paesi addormentati sulla riva del mare.


Romano Battaglia

1979







Galleria Il Cigno  -  Milano


La sua pittura tende con molta naturalezza e spontaneità ad essere ispirata dal motivo architettonico scoperto nello spazio aperto, col suo gioco di luci e ombre. Ella rende le forme con gusto di sintesi, per larghi piani (scartando accortamente il dato aneddotico banalmente veristico), badando alla loro scansione prospetticamente esatta e avendo sempre presente che essi sono immersi nell’atmosfera e rilevati plasticamente dall’opposizione  del chiaro allo scuro….. mantenendo una essenziale fedeltà

al vero nel trasporlo su quel piano ideale spoglio dalle scorie del contingente, ch’è poi quello dell’arte.


Mario Lepore

1976


THE INLAYS OF CLOTH

by Vittorio Sgarbi


Franco Gentilini has applied himself to a memorable series of churches and cathedrals transfigured on a dream like vision, precious like mosaics.

Before now, nobody has ever attempted such a compact and exhaustive inventory, of the most beautiful Italian church facades. A journey through  Italy looking for valuable creations similar in type  but infinitively different in composition.

This variety is particular dear to Gisella Giovenco who preferred the picturesque and that tried to restore the stone’s colour to the light of an eternal sunny day.

To allow this luminosity to be more evident, Giovenco has translated  the painting into a kind of tapestry or patchwork, transferring the stone into a cloth texture.

And so in front of us, churches of Liguria, of Tuscany  of each Italian village demonstrate one face  domestic, unusual polychrome and gilded. They revive, San Fruttuoso, San Bernandino in Aquila, the Certosa of Pavia, Santa Maria del Fiore of Florence, the cathedral of Milan , San Francesco of Assisi and the Basilica of San Marco in Venice. V

Among the other splendours it shine, with a dominant red coral, Santa Maria of Collemaggio, damaged in the earthquake of 2009. Then  we see, the churches of Lucca: San Michele, San Martino and there are still  San Zaccaria of Venice, San Ciriaco of Ancona, and  San Lorenzo of Genoa,  in a never-ending tour , documented with love and respect.

Gisella Giovenco sees the architecture as a harmony  of form and colour. In Santissima Trinità of Saccargia,  she highlights the red of the wooden door to give more reality  back to the stones with their dominating grey-green colour. The colour accentuates the shapes by underlining the virtuosity so similar to the wood inlays. An obsession, an end in itself in the broadening of the principles of perspective.

Giovenco’s objective is to bring depth to the surface, with method and conviction.  It is a geometric  and poetic  method, calibrated to prevent unintended effects: is a constant discipline and methodical as the recitation of a rosary, or of a series of prayers.

Every church looks like a casket that doesn’t hide, but reveals its secrets. The artist is like a priest who officiates everywhere with a steady and unshakable faith: churches are his prayers, his tribute to the power and greatness of God. It’s important to find the best way to express their own admiration in the majesty of the Lord.

Giovenco couldn’t limit herself to painting; she wanted to indicate a road that was uniquely hers , of great poetry and passion for an inexhaustible research dominated by rigour and patience. The difficulty comes from the originality of the enterprise, without  recognising the ambition and scope of an opus magnum, united in the variety with the objective to offer praise to the lord, reflecting  his glory. For this the painter leaves space for a new research with a technique that isn’t just reproduction that imposes a patience and a taste for those that have something musical inside them. Painting , architecture music did not have the word and it has been found.